Molto partecipato l’incontro del “Milazzo Cult Festival” con la partecipazione a villa Vaccarino del giudice Nicola Gratteri che, dialogando col procuratore della Repubblica di Palmi, Emanuele Crescenti, ha presentato il suo libro “Grifone. Come la tecnologia sta cambiando il volto della ‘ndrangheta”.
Un libro dove l’autore –come ha detto Crescenti nel presentarlo- descrive un nuovo confine tracciato dalle mafie, che, adattandosi ai tempi e alle tecnologie, decidono ormai di usare l’informatizzazione per allargare il loro raggio d’azione, accrescere il loro potere, movimentare il loro patrimonio, trasformando la loro evoluzione criminale.
“Questo libro – ha aggiunto Gratteri – parlando ad una platea numerosa e molto attenta (in prima fila il sindaco Midili, il Questore, il Prefetto e le maggiori autorità militari e civili) – si è posto il problema di studiare dove vanno le mafie, illustrando i criteri di indagine ed i risultati conseguiti, seguendo l’attività mafiosa che opera con apporto di esperti ingegneri informatici stranieri, prevalentemente rumeni, accertando i livelli di camorra che si serve di potenti computer e software, ed è un target che assicura loro notevole profitto operando in terra straniera, che è fondamentale per le loro transazioni ed il riciclaggio. Questo è quanto abbiamo ad oggi fotografato ed è la punta avanzata delle mafie. Del futuro –ha aggiunto- non ne posso parlare, mentre riferisco delle carenze di organico che ci sono nelle nostre piante organiche e che non siamo pronti e preparati a risolvere i problemi che presenta al momento questo tipo di mafia. Da qui la manifestata urgente necessità di puntare sull’informatica, perché per adesso siamo indietro sul piano tecnologico, mentre in passato abbiamo fatto scuola con la nostra polizia giudiziaria. In questo ha dato pure responsabilità alla politica ed alla riforma Cartabia, come adesso ha riscontrato scelte sbagliate nel mettere mano alla riforma dei processi e all’amministrazione della giustizia.
Tornando al libro, Crescenti evidenziava che c’è un passaggio dalla globalizzazione del territorio mafioso alla globalizzazione del web. Per Gratteri le mafie sono contemporanee ed esistono perché si nutrono del consenso popolare, mentre la politica non ha appeal e tanti politici dimostrano di non avere neppure un minimo fondamento culturale. Ed è l’evoluzione informatica che permette alla mafia di interfacciarsi con il mondo. Gratteri ha confermato che oggi le armi della mafia sono hardware e software sofisticatissimi, che permettono di insinuarsi negli angoli più oscuri del web, protetti non dall’antica omertà, ma dall’anonimato che lo spazio digitale consente di mantenere. Quindi, un accenno all’uso della moneta elettronica (Bitcoin), il ricorso alla comunicazione che è vitale per le mafie, passate adesso da Facebook a Tik Tok, e sono anche questi eloquenti esempi della marginalità dell’Italia in Europa e nel mondo.
Una serata di spessore che conferma la bontà della scelta della Pro Loco Milazzo che anche quest’anno nell’organizzare la kermesse letteraria estiva, patrocinata dal Comune di Milazzo, ha puntato su appuntamenti di particolare interesse e richiamo.